Varici in Gravidanza
La gravidanza costituisce generalmente il momento in cui la patologia varicosa pre-esistente anche su base familiare si manifesta in maniera più o meno eclatante con tutte le sue manifestazioni estetiche e funzionali. .
Le varici e le manifestazioni cliniche ad esse correlate tenderanno ad accentuarsi nel corso dei mesi gestionali. .
Dopo l’espletamento del parto possono ridursi come volume ma non scompaiono e perdura la sintomatologia ad esse correlata potendo, nel tempo e con eventuali successive gravidanze o complicanze, peggiorare dal punto di vista clinico. .
Negli anni può esitare in una conclamata insufficienza venosa cronica con costi sociali e perdita di attività lavorativa notevoli. .
A questo tipo di patologia va riservata quindi la massima attenzione dal punto di vista della prevenzione, del trattamento nella fase gestionale e di quello riabilitativo nel post-partum.
L’incidenza delle varici nel confronto tra donne che hanno avuto figli e quelle senza evidenzia un netto incremento nelle prime (In Sicilia le donne con figli presentano un’incidenza del 52,9% di varici rispetto a quelle senza gravidanze 22,2%; In Inghilterra nelle donne con gravidanze il 35,8% presenta varici rispetto a quelle senza figli 26,6%). L’incidenza delle varici inoltre aumenta notevolmente in funzione del numero delle gravidanze: ad un incremento del 45% nel caso di una seconda gravidanza fino a circa il 60% con la terza. (Studio Framingham – USA 1966)..
La gravidanza di fatto rappresenta uno dei fattori piu’ influenti nella genesi della malattia varicosa e delle trombosi venose; l’anamnesi familiare positiva per malattia varicosa, le alterazioni posturali acquisite, la conosciuta compressione meccanica delle pelvi determinata dall’aumento volumetrico dell’utero nelle varie fasi gestazionali, le note variazioni ormonali che avvengono durante la gravidanza e che determinano in aggiunta un maggior rischio di trombosi e l’inattività fisica sono tutti fattori determinanti che devono stimolare una maggiore e qualificata attenzione nei confronti della donna in gravidanza.
La gravidanza rappresenta un evento importante nella vita di una donna che la deve vivere nel modo più sereno possibile. Scopo dell’Angiologo è quello di tentare darLe questa serenità, specie quando presenta delle varici a livello degli arti inferiori . .
Iniziamo col discutere della patologia varicosa correlata a problemi di tipo squisitamente meccanico..
Fin dai primi mesi della gravidanza, specie nei soggetti che già presentano alterazioni della postura, si viene a determinare un tipico atteggiamento in iperlordosi messo in atto per controbilanciare il peso dell’utero e che si accentua col progredire della gestazione stessa. Tale situazione così createsi determina progressivamente modificazioni a carico del distretto venoso addominale, facilmente compressibile, con conseguenti ripercussioni emodinamiche in quello degli arti inferiori..
Le vene renale sinistra, la vena iliaca comune di sinistra, la vena cava e le vene iliache esterna e comune vengono compresse progressivamente, nel corso della gestazione, nello spazio compreso tra la colonna lombosacrale e le pareti dell’utero ed inoltre nelle vene ipogastriche ed ovariche si determina un aumento del flusso sanguigno secondario all’incremento del metabolismo dell’unità feto-placentare..
Questa situazione determina un incremento della pressione vigente nei distretti venosi interessati favorita dal progressivo continuo ostacolo al deflusso venoso profondo ed accentuata dall’emodiluizione ipervolemica che si determina nel corso della gravidanza.
Il sistema venoso interessato tende ad adattarsi al sopraggiunto incremento della pressione venosa distrettuale ad all’ipervolemia gravidica aumentando il calibro delle vene superficiali e profonde. Tale meccanismo di adattamento avviene in una prima fase con la dilatazione venosa che determina successivamente incompetenza valvolare specie se preesistevano difetti valvolari. Successivamente si evidenzieranno delle varici allo scopo di compensare emodinamicamente la compressione e l’aumento di pressione venosa creatosi nel distretto addomino pelvico..
Dal punto di vista clinico questa situiazione emodinamica si evidenzia con un incremento delle varici a livello degli arti inferiori, dell’edema inizialmente alla caviglia ed il riscontro emodinamico, misurabile e monitorizzabile, dell’incremento della pressione venosa valutata col semplice apparecchio Doppler alla caviglia.
La terapia elastocompressiva ( calza elastica) e’ indicata durante tutto il periodo della gravidanza e deve essere accompagnata dal rispetto di alcune norme igieniche e comportamentali e da terapia fisica mirata. Il momento del parto dovrà essere seguito con misure profilattiche idonee da valutare per ogni singolo caso..
( fine prima parte).
Nicola C. Moricca.
Specialista in Angiologia Medica.