Terapia chelante


Informazioni per il paziente

La terapia chelante, introdotta in clinica per la cura dell’intossicazione da metalli pesanti, viene oggi anche utilizzata per la cura della arteriosclerosi e delle sue complicanze, sfruttando la capacità dell’EDTA (acido etilendiaminotetracetico), di legare i metalli pesanti e tra questi il calcio libero, che più specificatamente ci interessa, senza però interferire con il calcio combinato (come nelle ossa, denti, cartilagini).

Pertanto, la capacità di legare il calcio libero, evita quelle pericolose complicanze dell’arteriosclerosi dovute alla apposizione dello stesso sulle placche ateromasiche presenti sulle pareti delle arterie, ed agisce sulle pareti vasali modulandone il tono.

I radicali liberi

L’EDTA è l’elemento centrale della terapia chelante infusionale.
Si è rilevato essere come uno dei migliori antidoti nelle patologie da radicali liberi.
L’EDTA è uno dei mezzi più efficaci nella terapia di ringiovanimento cellulare per le cure antinvecchiamento (anti-aging). .

 Indicazioni alla terapia chelante .

La indicazioni principali sono rappresentate dalle intossicazione da metalli pesanti (piombo ect.), da tutti i disturbi della circolazione arteriosa, quali angina pectoris, turbe post-infartuali, claudicatio intermittens, turbe del circolo cerebrale in tutte le sue manifestazioni, ipertensione arteriosa ed invecchiamento precoce. .

Controindicazioni alla terapia chelante

La terapia chelante se ben eseguita non presenta contro indicazioni specifiche, ma essendo il prodotto eliminato per via renale completamente nelle 24 ore, la sua pratica richiede una efficiente funzionalità renale.
E’ quindi controindicata nei casi di grave insufficienza renale, ed anche di quella epatica.

Benefici della terapia chelante

Grazie alla proprietà di legare il calcio libero, evitando un aggravamento di una situazione arteriosa già compromessa, la terapia chelante permette un recupero della irrorazione nei distretti interessati dal processo morboso, riducendo così, ad esempio nella patologia arteriosa degli arti inferiori, la dolorosa sensazione nella deambulazione e aumentando nel contempo l’autonomia di marcia in tali soggetti.

Nei casi in cui la patologia arteriosa interessa i distretti circolatori cerebrali con conseguente compromissione della memoria, dell’umore, della affettività e dell’attenzione, praticando la terapia chelante si otterrà in fase precoce un notevole recupero di tali funzioni.

Preliminari alla terapia chelante

Per poter praticare la terapia chelante il paziente che presenta i imente da cicli meno intensivsegni clinici di una vasculopatia, dovrà eseguire preventivamente la visita vascolare da cui potrà scaturire la necessità di una eventuale consulenza neurologica cardiologica, angiochirurgica, etc….

Si dovranno eseguire gli esami di laboratorio di routinee gli esami strumentali specifici della vasculopatia da curare.Durante la terapia chelante si eseguiranno esami di laboratorio specifici ad integrazione dei precedenti. .

Nel corso del trattamento e secondo scadenze stabilite dal terapista, dovranno essere eseguite indagini di controllo che saranno in seguito ripetute al termine del trattamento..

Come si effettua la terapia chelante

La terapia chelante consiste in un ciclo da venti a quaranta fleboclisi somministrate a giorni alterni o mano frequentemente. .

Ciascuna fleboclisi ha una durata media di tre ore e si effettua ambulatoriamente.

Il primo ciclo di terapia può essere seguito successivamente da cicli meno intensivi.